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12 agosto 1969

22 giorni dopo l’allunaggio…

è il mito di Er in Platone, la dea Ananke (necessità) e la reincarnazione

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FUORI DELLA MAPPA. 12:30 uscita di piedi

IL SOGNO: ero un’anima prima di nascere e ascoltavo una specie di angelo insieme ad altre decine di anime nasciture raggruppate in circolo per ascoltare. L’angelo ci raccontava una vita. Ogni anima come me voleva nascere ma si doveva identificare con quel racconto per poterlo fare. Quella vita era strana, eppure io mi sentivo sempre più combaciare con il racconto e a differenza di tutti gli altri che invece erano visibilmente dubbiosi, feci un passo avanti con slancio ed una forte emozione che mi riempiva completamente. La mia scelta era fatta. 

Tutti si ritrassero da me come se avessi la peste ma io ero contento, ce l’avevo fatta. Solo allora vidi, mentre iniziavo a cadere verso il basso, l’angelo che mi sorrideva benevolo e contemporaneamente mi rivelava le grandi sofferenze che avrei dovuto affrontare nella vita da me scelta. Ero caduto in una trappola mortale, tradito da me stesso, fregato, ma la forza di gravità aveva il sopravvento su di me e la caduta si faceva sempre più forte ed inevitabile, come se un enorme flusso mi stesse aspirando in un vortice… Cercai vanamente di urlare che mi rifiutavo, che avevo cambiato idea, che mi ero sbagliato, ma da me non usciva alcun suono, solo una profonda disperazione. 

La mia vita futura mi stava reclamando prepotentemente a nascere. I dadi era già stati tirati ma mi sarei dimenticato tutto non appena avessi visto la luce…

Dopo aver ascoltato le gioie e i dolori della vita proposta dall’angelo alle anime riunite, e assistito al silenzio imbarazzato che ne segue, decido di sceglierla, questa è la mia! faccio un passo avanti pensando “io” e in un’infinita caduta nel mio futuro orgoglio, nella via fantastica e disillusa che mi aspetta, rinasco alle 12 e 30 il 12 agosto 1969 – mago – eremita – innamorato – eremita, a Rimini vicino al mare.

Poco dopo che il primo uomo lasciava la sua impronta storica sulla luna in televisioni in bianco e nero, io – Marco insieme al gemello Nicola (venuto da un altro volere) nella pancia tonda di mia madre Anna, matto come lo zero tondo che precede tutto, mi appresto ad atterrare sulla terra nel sol leone di un mezzogiorno e mezzo di fuoco, spaccando l’anno e il giorno e l’ora in due metà perfette come noi due gemelli astronauti delle stelle… quindi con una tripla capriola 9 – 6 – 9 mi rigiro insieme al mio doppio viaggiatore che per primo si tuffa di testa, e per uscire via come su uno scivolo, di piedi ad acchiappare la luce e il benefico ossigeno terrestre… per un attimo che mi pare una nuova eternità mi incastro con un braccio con la sensazione di stare con la testa sott’acqua e il corpo in aria, ma poi la vita che ho scelto mi reclama ed esco a riveder la stella. Molti anni dopo in un marciapiede di Milano avrò un revival stranissimo della mia nascita difficoltosa riprovando esattamente quel senso di soffocamento che mi blocca e poi finalmente lo sbocco alla vita, è stato come nascere due volte in questa vita, ricollocarsi nel mondo per la seconda volta.

> Marco Polo

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