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Boanerghes, i figli del tuono

Sulla pietra stellata
veglia l’Apostolo.
Pronto per partire, la mano già
sul bastone da pellegrino,
tuttavia aspetta noi
con pazienza di secoli.
Sotto gli astri notturni della Galizia
l’Apostolo veglia, con la speranza
senza tregua dei santi
che han percorso ogni strada,
con la speranza intatta di coloro
che nel tempo impararono
a fermare gli uomini in fuga,
la stolta abitudine alla fuga,
e li hanno risvegliati
con le parole semplici
con cui la verità si presenta.
Nella piazza dell’Obradoiro,
passata la mezzanotte,
finisce il nostro viaggio
e davanti alla porta della Cattedrale
mi presento all’Apostolo:
Eccomi qua – gli dico – finalmente,
tu che porti il nome di mio padre,
tu che hai dato il tuo nome a mio figlio,
eccomi qua, Boanerge, solo per dirti
che ho vissuto in attesa di questo momento
e che ora è tutto in ordine.
lastre calpestate da re e da mendicanti
lebbrosi miserabili e signori
dalle carni lacere anche loro
qui ti diciamo semplicemente:
di ciò che abbiamo vissuto, o rimosso,
o nascosto nel nostro povero sogno,
così breve nel tempo
che quasi non ci appartiene,
vogliamo offrirti quello che la tua
clemenza fraterna può salvare.
Iacopo, Giacomo, Iago,
tu, Figlio del Tuono,
ci hai dato ascolto, si capisce
perché questa pietra stellata
e questa notte percorsa dalle nubi
come eserciti che le bandiere adunano,
ci dicono
con voce che non può che essere la tua:
“Sì, tutto è in ordine,
lo è sempre stato
nello straziato e caparbio
cuore degli uomini.”

Álvaro Mutis