Nel silenzio dei fiori si trova
un sacro amore che in futuro non muta:
l’essere è il fine della prima via,
se c’è una grazia che profuma e tace.
Il sangue dolce che scoppia nella lingua
all’opprimere la polpa di un frutto
è una parola viva e assoluta
dove ogni albero prova la sua virtù.
L’uomo è un albero mistico e a fatica
comprende Spazio e Tempo se si versa
un fiore della sua anima e un frutto delle sue vene;
perché nella sua duplice essenza non confusa
estraggano miele le Api della Morte
e profumi le Rose della Vita.
La distanza che c’è da qui a
una stella che non è mai esistita
perché Dio non è arrivato
a pizzicare tanto lontano la pelle della
notte! E pensare che tuttavia crediamo
che sia più grande o più utile
la pace del mondo della pace
di un solo selvaggio.
L’angoscia del limite della nostra vita è
ciò che dà allo spazio un’importanza
che sta solo in noi,
e chi sa fino a quando impareremo
a vivere come gli altri
liberi nell’eterno
e senza che nessuno ci alimenti.
La terra non conosce i cammini
per i quali si muove ogni giorno ‒ e
meglio questi cammini sono le
coscienze della terra…‒ però se
non è così, permettetemi di fare una
preghiera: ‒ Tempo, dove siamo
tu ed io, io che vivo in te, e
tu che non esisti?
Un lembo d’azzurro ha più
intensità che tutto il cielo,
io sento che lì vive, un fiore
dell’estasi felice, il mio desiderio.
Un vento di spiriti, passa
molto lontano, dietro la mia finestra,
muovendo un soffio dove un’angelica voce
spezza la sua carne.
E nell’allegria dei Gesti,
colmi di azzurro, che si diffondono
sento agitarsi folli pretesti,
che restando qui, mi chiamano a loro!
Abro para el silencio la inercia de la fluida
distancia, que no vemos, entre una y otra vida
y tras la cual las cosas que miramos observan…
Yo elevaré las vastas esencias que conservan
su secreto de sueños dentro del pecho enorme,
que dentro de mí tienen una idea conforme,
y uniré los detalles de Forma, Luz y Acento
que unifica la pálida lejanía del viento;
porque bajo, entre y sobre los cielos, la distancia
de que os hablo, es la idea que pone la fragancia
de unidas relaciones sutiles, como losas,
un silencio, una inercia del alma de las cosas!
Yo no. Yo sé que todo es inefable rito
en el que oficia un coro de arcángeles en vuelo,
y que la eternidad vive en sagrado celo,
en el que engendra el hombre y pare lo infinito.
Por eso, mis palabras son silencio hablado,
y en la fatal urdimbre de cada ser, encuentro
difícil lo sabido y fácil lo ignorado…
Qui tutto, perfino il tempo si fa spazio.
Nei vecchi sentieri la nostra voce erra come oblio,
e un etere pieno di ricordi, è uscito
dalla nostra anima, per vederci da lontano.
Il cielo è come un fedele ricordo di colori
in cui tu mulini, luce sonora, i tuoi venti;
la pazza del pomeriggio affonda i suoi pensieri
di luce, nell’epidermide di seta dei fiori.
Io filerò con il bianco bioccolo dei vespri,
ore d’amore sottili, concise e spaziose
vedendo arrivare le pallide coppie amorose
nella convalescenza felice dei sentieri.
L’uomo è sparso nella natura…
gli esseri si spartiscono i suoi sogni, la sua tristezza,
le sue parole, le sue aurore, il suo affanno, il suo pensiero.
Persino le cose hanno a volte un momento
in cui sembrano esprimere celate intenzioni,
come se dentro di loro pulsassero cuori.
Ho visto pietre afflitte come se fossero
nell’infinito l’accusa mistica d’un delitto,
e altre piene d’affetto, come se davanti all’umano
si avvicinassero silenziose, tendendoci la mano …
E ho visto alberi, poveri alberi rassegnati
che hanno l’atteggiamento di ricordare passati
immemorabili, o alti, inquieti e febbrili,
come se proponessero sottili argomenti
all’aurora borghese, o al vento vagabondo.