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La Grande Favola della Resurrezione, Tolkien

la Resurrezione è la più grande “eucatastrofe” possibile nella più grande Fiaba che è il Vangelo. Naturalmente non voglio dire che i Vangeli raccontano solo fiabe; ma sostengo con forza che raccontano una fiaba: la più grande. L’uomo, narratore, deve essere redento in modo consono alla sua natura: da una storia commovente. Ma dato che il suo autore è l’artista supremo e l’autore di tutta la realtà, questa storia è fatta per essere vera anche al primo livello.

J.R.R. Tolkien
Lettera a Christopher Tolkien

Sulla guerra: il pensiero della quantità della miseria umana che esiste in tutto il mondo in questo momento: i milioni di persone divise, angosciate, che sprecano giornate inutilmente — senza contare la tortura, il dolore, la morte, le perdite, l’ingiustizia. Se l’angoscia si potesse vedere, quasi tutto questo mondo ottenebrato sarebbe avvolto da una nuvola densa di vapore scuro, nascosto agli occhi stupiti del cielo!

Tutto quello che sappiamo, ed anche questo in larga parte per diretta esperienza, è che il male agisce sempre con grande potenza e successi continui — inutilmente: preparando sempre e solamente il terreno affinché il bene inaspettatamente germogli. Così accade in generale e così accade anche nelle nostre vite. Sebbene Frodo e Sam non sembrino pienamente coscienti di queste parole, soprattutto Sam che è l’eterno e stupido buono, le loro azioni sono suggerite da questa speranza, che nemmeno risiede in loro, ma in Gandalf al quale Frodo obbedisce fidandosi ciecamente; al termine della vicenda spettano a lui le splendide parole: “Si” disse Frodo “Ma ricordi le parole di Gandalf: ‘Persino Gollum potrebbe avere ancora qualcosa da fare‘? Se non fosse stato per lui, Sam, non avrei distrutto l’Anello. La Missione sarebbe stata vana, proprio alla fine. Quindi, perdoniamolo! La Missione è compiuta, e tutto è passato. Sono felice che tu sia qui con me. Qui, alla fine di ogni cosa, Sam.


Docu: J.R.R. Tolkien: il professore, l’anello e il tesoro


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Tolkien