La radice Ish significa “iniziare, dare forma, seminare” ed aggiungendo la desinenza Ah si ottiene “ciò che procede da Ish” cioè “ciò che porta a compimento quanto seminato”.
Anche in questa collaborazione, prima viene il progetto e poi viene la sua attuazione pratica, fino a formare figli che riempiano la Terra.
Parlando di nomi propri la Genesi chiama Adam l’uomo e Hewa la donna.
Adam è lo stesso termine usato prima come collettivo, e deriva da una radice che indica ciò che è omogeneo, un insieme di molte parti che si assimilano fra loro.
Anche l’Adam “persona” è un collettivo, qualcosa composto da varie componenti.
Hewa è il nome dato alla donna e deriva dalla radice del verbo Essere, proprio come il nome di “Dio” Yawhè.
Significa letteralmente Base della Vita, come è specificato dalla spiegazione “perché è la madre di ogni vivente”.
Albero della Conoscenza,
Albero delle Vite,
Albero parlante per mezzo del Serpente
V’HETZ HA-DAHAT = Ain+Tsadé; descrive ciò che è eretto, ma multiforme, quindi la sostanza in generale, che può divenire anche vegetale, animale ed OMminale.
Il termine Hetz tradotto con Albero > tutto ciò che produce frutti elaborando in sé nutrimenti ed energie tratti dall’esterno, come fa l’albero che trae elementi dalla terra tramite le radici, ed energia dal sole mediante le foglie, e le usa per produrre fiori e frutti. Abbinato al termine Ha-dahat (conoscenza) questo albero non può essere una normale pianta;
Dahat deriva da due radici che indicano Mano e Pelle e può essere tradotto letteralmente con “la mano sulla pelle“.
Conoscere non è una attività del pensiero ma una esperienza congiunta fra i sensi fisici e la mente astratta.
Per conoscere qualcosa la si deve toccare con il corpo e con la mente.
L’albero della conoscenza è quindi un tipo di vita vissuta che usa l’esperienza fisica come strumento per accrescere la scienza intellettuale dell’uomo e per produrre frutti mediante una interna elaborazione. Non è solo “coltivare il suolo” ma scoprirne le leggi mediante l’esperienza e creare frutti nuovi.
L’Albero delle Vite quindi è un albero metaforico, simbolico, che indica il CORPO FISICO in generale degli Esseri Viventi; più in particolare l’albero del Sistema Nervoso degli esseri umani; infatti anche la parola ALBero contiene una radice tri letterale ALB (l’albero della vita è posizionato in fisiologia, nel cervelletto) che in alcune lingue si è trasformata in ARB, per esempio nel francese, “arbre” ed in altre nel suo anagramma BRA e nell’inglese ha determinato per esempio la parola “BRAin”, cioè cervello.
Infatti in Latino la radice BRA è BRU ed è contenuta nella parola “cereBRUm”, cerebellum, (significati = creare, nutrire, testa, cranio, nuca, legare) le quali hanno generato la parola italiana “cereBRO” che vuol dire appunto Cervello.
Quest’albero è anche un “albero parlante per mezzo del Serpente” (che non è il diavolo come dicono i cristiani), ci dice il testo della Genesi, esso è un ALBero che ABLa (anagramma di ALB) che parla (per esempio ABLar in spagnolo significa parlare); questo ALBero supporta il SER-PENte che ABLa….cioe’ che parla…il sistema nervoso che trasporta e supporta il pensiero…
“nel giorno in cui ne mangerai una parte come cibo, morirai la morte… adesso Adam è diventato come uno di noi, conoscitore del bene e del male”
Questo “Albero” è custodito e guardato a vista nel giardino di Eden, da 2 Kerubim (Cherubini) con “spada fiammeggiante”; cosa sono questi “Kerubim” od Angeli: essi sono i 2 emisferi del Cervello (od i 2 cervelli che abbiamo nel corpo umano), Cherubim = Cerebrum che stanno a guardia dell’Albero delle Vite nel livello o piano della testa (in alto)…
La Scala di Giacobbe, 33 vertebre
AMEN: 1+13+5+14 = 33
La spina dorsale da un punto di vista simbolico si correla con l’accumulazione delle esperienze di vita.
Alcuni dicono corrisponda a una “scala”, ovvero ogni vertebra (o metamero) sarebbe un gradino di esperienza e in certa misura forse di consapevolezza: la colonna è composta da 33 vertebre e in ebraico il numero 33 sarebbe lamed (= 30) + gimel (= 3), entrambe con una forte nozione di movimento (l’ideogramma di lamed corrisponde a un pungolo, l’altro a un cammello). Le parole che contengono questa combinazione di lettere (con lamed, gimel) hanno spesso un significato legato al concetto di “liberazione”.
Ad esempio: dopo i 33 anni Cristo è libero e con sè libera l’Uomo. Alla fine della scala e delle esperienze di vita rappresentate dalla colonna, ovvero compiuti i 33 scalini attraverso un movimento attivo, si prospetta una liberazione. Analogamente, il Cristo che muore a 33 anni è come se avesse fatto tutte le esperienze possibili del mondo. La colonna, contenendo il midollo, è come se racchiudesse “tutte le esperienze possibili”.
Simone Weil, Il bene è l’unica fonte del sacro
C’è nell’intimo di ogni essere umano, dalla prima infanzia sino alla tomba e nonostante tutta l’esperienza dei crimini commessi, sofferti e osservati, qualcosa che ci si aspetta invincibilmente che gli faccia del bene e non del male. È questo, prima di tutto, che è sacro in ogni essere umano. Il bene è l’unica fonte del sacro.
Il senso di colpa si combatte solo con la pratica della virtù.
In tutto quel che suscita in noi il sentimento puro ed autentico del bello, c’è realmente la presenza di Dio. C’è quasi una specie di incarnazione di Dio nel mondo, di cui la bellezza è il segno. Il bello è la prova sperimentale che l’incarnazione è possibile. Per questo ogni arte di prim’ordine è, per sua essenza, religiosa.