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il cavaliere dalla triste figura…. (così mi chiamava la mia nonnina Jolanda)

Un brano che inventa Dostoevskij come se lo estraesse dal Don Chisciotte:
“Ho risolto l’enigma, Sancho — disse alla fine Don Chisciotte —. Tutti questi giganti, tutti questi maligni fattucchieri erano forze impure e i loro eserciti condividevano quel carattere magico e impuro. Bisogna immaginare che quegli eserciti non erano composti di uomini di carne e ossa come noi. Tali uomini non erano più di un’illusione, un prodotto della magia, e, con tutta probabilità, i loro corpi non assomigliavano ai nostri, bensì ai molluschi e ai vermi e ai ragni. Quindi la spada ferma e tagliente del Cavaliere afferrata dalla sua potente mano, quando cadeva su tali corpi, li trapassava all’istante, quasi senza nessuna resistenza, come se tagliasse l’aria. In quel caso, di un solo taglio poteva attraversare, effettivamente, tre o quattro corpi, e addirittura 10, se erano molto stretti. Così si capisce come l’affare si risolvesse con tanta rapidità e come un cavaliere potesse in verità distruggere in qualche ora eserciti completi di creature maligne e mostruose…”.
in una lettera del 1876, Dostoevskij esclama sul Don Quijote:
“In tutto il mondo non c’è opera di finzione più profonda e forte di essa. Finora rappresenta la suprema e massima espressione di pensiero umano, la più amara ironia che possa formulare l’uomo e, se finisse il mondo e qualcuno domandasse agli uomini: ‘Vediamo, cosa avete tratto dalla vostra vita e quale conclusione definitiva avete dedotto da essa?’ Gli uomini potrebbero mostrare in silenzio il Chisciotte e dire poi: ‘Questa è la mia conclusione sulla vita e … potresti condannarmi per essa?'”.


L’amore nel Don Quijote
Ci sono due frasi fantastiche nel libro:
1. l’amore eguaglia tutte le cose
2. l’amore è cosa più divina che umana


Guarda il progetto “Eroi”

 

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