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“Cibernetica semplice”

Cosa poter dire o scrivere ora in questa sede, davanti allo schermo nero del computer, mentre mi liscio i capelli sopra la fronte come un tempo aveva fatto Paolo?

Prima di tutto occorre che indossi una maschera di plastica per poi non potermi più riconoscere.
Devo accendere il trapano che impugno diligentemente da tempo…
poi mi avvicino alla parete scura ed inizio a perforare il muro in vari punti:
è un lavoro lungo e alquanto tecnico, non dà molta soddisfazione, eppure ogni volta che riesco a farlo come si deve, a evadere sistematicamente da questa cella brunita, superando le poche difese che ostacolano la fuga, nasce in me una forza particolare che molte volte ho semplificato come pura magia, ma che è ben più oltre le emanazioni degli stregoni….è magia reale e mortale, vulnerabile a qualsiasi cambiamento del suo apprendista, ma più forte…quello che mi ci vuole, che ho sempre desiderato.

Ma ora che le mura di cartone si allontanano infrante nel nulla,
rimango al centro del pavimento impugnando il trapano ancora in funzione
mentre il mio respiro si stabilizza
guardo lontano un paesaggio che mi è noto da molto tempo
sento l’aria che mi avvolge e percepisco come sempre la musica dei Pink Floyd
estasiato come un bambino piccolo
con un’espressione di incredulità sulla nuova bocca.

Ora è tutto molto più semplice grazie a questo nuovo corpo
il petto funziona alla perfezione così come le gambe.
Il quadrato su cui mi trovo è molto semplice.
Da ora in avanti non mi è dato di sapere cosa farò o cosa faranno le mie mani sintetizzate da poco.
“Ma il discorso non mi tange”
Ho imparato alcuni trucchi nella mia scorsa esistenza, non molti ma buoni
e le teorie più semplici, quelle che si infiltrano meglio su per le braccia,
non mi danno più noia come un tempo
le supero facilmente
senza sprecare troppa enfasi.

E’ questo il momento più eccitante che segue la cibernetica-semplice:
le sinapsi si muovono insieme per la prima volta
mentre metto in opera i trucchi di costruzione sintattica
che ho appreso alle elementari:
creo parole chiave e significati a due o tre livelli di sopportazione
senza mai eccedere

Intanto le semplici nozioni di meccanica-fedele possono rivelarsi utili per la prima volta nella mia vita
e così lo sono mentre scopro il pannello di controllo della particella semovente su cui mi trovo:

i comandi sono molto elementari
sono di colore verde metallo
e mi ricordano i vecchi sifoni di casa…

Le mani inanellate si fondono insieme ai comandi:
partito!

Sono gli sfilacciamenti di corda del tappeto
quelli che sul marmo mi fanno girovagare la mente…
una piccola teoria nociva, tutto qua!
Eppure assomigliano molto a capelli o forse ad alberi?
Non riesco a decidere…
Sbadiglio stanco mentre cerco di capire se qualcosa è andato storto durante le varie fasi della clonazione-semplice.

C’è sicuramente un errore…Porca miseria!
Il trapano!

Mi sono scordato del trapano, che ovviamente è rimasto acceso
e ha fuso le superfici glissate della particella semovente
e in qualche modo mi ha accoltellato alle spalle
mentre pronuncio le frasi di soccorso…

La solita stanchezza prende il sopravvento su tutto

andare oltre
un semplice programma di
cibernetica-semplice.