dove fanno il nido i calzini?
nelle nostre menti come scarabocchi di inchiostro, piccoli residui delle nostre piccole vite, a volte tristi e non appaiati, anime di pezza in ricerca delle “scarpe perdute” …
Mappe e labirinti: ogni lettore è un cercatore, ogni libro un labirinto di tracce.
διά πασῶν “diá pasôn” significato: attraverso tutte (le note)
la fata è
l’acqua da bere e la tempesta
le stelle e l’amore
la casa e la pace
…
NULLA NUMERO VUOTO VENTO
Una volta il segnaposto babilonese, spazio fra le cose, diventò un οὺδἐν (ouden = nulla) greco, poi Alessandro Magno lo portò in India e Brahmagupta ci fece un numero शून्य (śūnya), creando il sistema posizionale dei numeri: un śūnya vicino ad un piccolo UNO lo trasformava in DIECI! Allora non è proprio un nulla… Gli arabi lo riprendono dagli indiani e lo chiamano صفر (sifr) che vuol dire vuoto, e sbarca nel mondo latino grazie a Fibonacci che lo chiama zephirum che è un vento greco da cui > zero
Nascere (sogno #1)
La morte e la nascita sono i due grandi misteri della vita; poi c’è l’amore che è la radice della nascita e muove il sole e le altre stelle.
Ho sognato una volta che ero un’anima prima di nascere e ascoltavo una specie di angelo insieme ad altre decine di anime nasciture raggruppate in circolo per ascoltare. L’angelo ci raccontava una vita. Ogni anima come me voleva nascere ma si doveva identificare con quel racconto per poterlo fare. Quella vita era strana, eppure io mi sentivo sempre più combaciare con il racconto e a differenza di tutti gli altri che invece erano visibilmente dubbiosi, feci un passo avanti con slancio ed una forte emozione; la mia scelta era fatta. Tutti si ritrassero da me come se avessi la peste. Io ero contento, ce l’avevo fatta. Ma vidi, mentre iniziavo a cadere verso il basso, che l’angelo mi sorrideva benevolo e contemporaneamente mi rivelava le grandi sofferenze che avrei dovuto affrontare nella vita da me scelta. Allora mi sentii caduto in una trappola mortale, tradito da me stesso, fregato, ma la forza di gravità aveva il sopravvento su di me e la caduta si faceva sempre più forte ed inevitabile, come se un enorme flusso mi stesse aspirando in un vortice… Cercai vanamente di urlare che mi rifiutavo, che avevo cambiato idea, che mi ero sbagliato ma da me non usciva alcun suono, solo una profonda disperazione. La mia vita futura mi stava reclamando prepotentemente a nascere. I dadi era già stati tirati ma mi sarei dimenticato tutto non appena avessi visto la luce…
Il cane
L’estate era piena di luci e ombre e più la luce era forte nel cielo, più le ombre frescheggiavano sulla terra ritagliando i contorni delle cose.
Il cane stava abbaiando sicuramente a loro due, ma non voleva spaventarli e nemmeno richiamare la mandria di mucche; il suo abbaiare diceva:
“Venite, presto, che qui c’è il bosco, qui c’è la magia!”
La magia c’era davvero in mezzo agli alberi, uno diverso dall’altro.
C’era nelle piante che non sapevano nominare, nel torrente che correva insieme al sentiero, nelle rocce silenziose che nascondevano gnomi e serpenti.
Ton fece un ritratto al cane marrone perché si era stampato nella piccola mente. Era un loro amico selvaggio che li precedeva e li chiamava lungo il fiume gelato, sì, perchè cos’è un amico se non qualcuno che ti riconosce sulla strada e ti saluta solo per il fatto che ci sei anche tu?
Era la nonnina a tenerli per mezza estate e che li invitava sempre a disegnare la vita, come il mazzo di fiori freschi a centrotavola, la casa che dormiva dentro il celeste, il paese abbarbicato e il gigante-montagna che osservava tutto dal suo cappuccio di ghiaccio.
Il gioco delle parole
Ognuno usa le parole, continuamente, eppure sono sempre lì come formate da poco nel giardino dove Adamo ed Eva, ridendo di gioia, hanno dato un nome a tutto quello che c’è… anche alla loro gioia.
ma la rosa sarebbe sempre la stessa con un altro nome a rivestirla? Chi lo sa?
Il rosso è sicuramente colato da quell’essere acceso e ha tinto il sangue, il sole al tramonto e le fragole, cosicché molte cose, senza saperlo, sfumano una nell’altra, imprestandosi qualità.
Tracciare con le parole la storia delle parole stesse, sarebbe come voler separare i sogni dalla veglia, districare la vita dalla morte, cucire un abito con fili di mare e fili di nuvole….
Eppure ognuno cerca con le parole di dare forma al suo pensiero, pur sapendo che rimarranno fuori, inevitabilmente, mille sfumature inafferrabili che non hanno alcuna voglia di assumere definiti confini.
Il verde dei tuoi occhi
Mi stupisce il verde dei tuoi occhi
come uva e ambra
dolce e fresco
fuori e dentro di me
Come io con te
quando facciamo i nostri bambini
imbevuti di colori.
Mi risana
il verde dei tuoi occhi
come frutti dell’anima
di cui non posso farne a meno.
Mi rendi la vita,
solo col guardarmi,
mi ritrovo ad essere
per te.
la più bella cosa che mi hai detto: io amo conoscerti…
Ricetta d’Incanto
Segui le onde del mare lungo il filo di schiuma
con una mano fai la ninna nanna alla luna
con l’altra spremi l’arancia del sole appena spunta dalla bruma.
Sorseggia con zucchero di musica.
Risogna ad occhi aperti tutti i sogni della tua vita
districando accuratamente gli incubi a cui è meglio dar fuoco
sotterra poi le ceneri a mani nude strangolando le paure residue.
Lavata via così l’angoscia
che rimanga l’isola di miele sulla punta della lingua
e l’amore inondi il cuore
trasformando tutto quello che pensavi di sapere
in ciò che ancora non conosci.
Albero degli elfi
È verde
Sembra un animale vivo
Con i suoi rami che vanno verso il mistero
A volte gli alberi hanno qualcosa di magico, oppure ce l’hanno sempre solo che noi ce ne accorgiamo solo raramente
Non ho tempo…
Solo i morti non hanno tempo, nel senso che vivono nell’eterno dove tutti i tempi fino alla fine dell’universo sono compresenti, come Dio vedono l’invisibile, sono l’invisibile…
Chi dice, non ho tempo, si sta preparando alla morte, oppure non è consapevole di star vivendo
Mio nonno era di Occimiano in Piemonte
Mia nonna e mia mamma di Genova
Io sono nato a Rimini,
Ho vissuto da zero a 1 anno a Bologna
Sono cresciuto a Firenze
Ho studiato fumetto e pittura a Milano
Mi ha fulminato la Sagrada Familia di Barcelona
L’amor mia e i nostri figli sono nati all’Havana
E poi…..
Continuerò a sognare in tante lingue questa vita
Tanti mari, tante albe che nascono nel sempre…
FFV. I miei primi 10 anni
1951 miracolo a Milano
1954 la strada (Fellini)
1966 il buono, il brutto, il cattivo
1966 Zorro
1968 Asterix il legionario
1969 >>>>>>nascita
1970 il piccolo grande uomo
1970 Brancaleone alle crociate
1970 Lo chiamavano trinità
1971 Lupin III
1972 Le avventure di Pinocchio (Comencini)
1972 Dalla Cina con furore
1973 Jesus Christ super star
1974 Happy days
1975 Dersu Uzala
1975 finisce la guerra del Vietnam (iniziata nel 1955), anche superman può perdere…
1975 Fantozzi
1975 wish you were here (Pink Floyd)
1976 Sandokan
1976 il Muppet Show
1977 la febbre del sabato sera
1977 Guerre stellari 1978 Ellery Queen
1978 Grease
1979 la Russia invade l’Afghanistan (durerà fino al 1989)
1979 Hair.
« Quando la luna entrerà nel settimo cielo e Giove sarà allineato con Marte, allora la pace guiderà il pianeta »
(Aquarius)
1979 Gundam
1980 Il tempo delle mele
1980 l’incredibile Hulk
1980 i Blues Brothers
1980 love boat
1980 viene ammazzato John Lennon
Immagina che non ci siano possedimenti, nessun motivo per fare la guerra, la gente vive in pace, nessun confine fra i paesi, ognuno fa quello che sa fare… Puoi dire che sono un sognatore ma ce ne sono altri come me…
Platform e il sogno di volare
Il primo gioco platform che ricordo è Pitfall.
La sensazione di cadere e la forza di gravità sono onnipresenti
Ma a un certo punto del gioco si prendeva un palloncino e si iniziava a volare in alto scansando le piattaforme di gioco..
La sensazione era quella di volare
La stessa cosa succede in Terraria. Per metà del gioco si è succubi della forza di gravità, poi costruendosi le ali d’angelo, si inizia letteralmente a volare!
Ogni buon gioco platform dona questo premio: liberarsi della forza di gravità!
I giochi visti dall’alto invece danno la sensazione di perdersi, e il premio è quello di uscire dal labirinto, trovare la porta magica, come in Atic ATAC in cui bisognava fabbricare la chiave d’uscita
Adventure 1979
Nel 1979 avevo 10 anni e Adventure fu il primo gioco che aveva una mappa, un eroe, draghi (simil oche), chiavi, castelli e la stanza segreta: il primo easter egg della storia dei videogiochi. Era semplicemente rivoluzionario: da li sarebbero arrivati Pac-Man, Swords & Serpents, Atic Atac, Gauntlet, Zelda, e tutti i giochi “mappa”.
Il primo “platform” fu Donkey kong da cui Pitfall, il primo gioco non fatto a “stanze” ma con una mappa continua che si sposta con il personaggio, anche lui straordinario…. poi Joust, Burger time, super Mario bros fino all’ultimo grande gioco “sandbox” Terraria.
Se tu fossi una goccia d’acqua cascata dal cielo
Se tu fossi una goccia d’acqua cascata dal cielo e diventata neve in un ghiacciaio, vedresti scorrere davanti a te infinite stagioni celesti. Poi un giorno cadresti d’improvviso in una valanga che ti condurrebbe alla sorgente di un fiume e proprio lì ritorneresti ad essere una perfetta goccia d’acqua sferica. Insieme a milioni come te, percorreresti allora tutte le vie della via dell’acqua. I monti, i boschi, le colline, giù fino al grande mare dove ti sperderesti in uno spazio quasi infinito. Poi un altro giorno dopo aver percorso lunghissime correnti, dopo aver visto l’aurora al polo, e gli orsi, le balene e i pinguini… evaporeresti nel cielo, di nuovo, fino a condensarti in una nuvola di passaggio. E la storia si ripete così, per sempre.
Nelle cascate, anche in quelle piccole, quasi microscopiche, si formano delle stanze di aria dove puoi respirare sott’acqua se sei sufficientemente piccolo per entrarvi. Poi puoi farti portare dalla corrente che scorre sempre…
Il fiume nella sua unica bellezza riflette tutte le cose del cielo e in più dona loro una nuova qualità: qualcosa che perennemente scorre e resta immobile. Una vera magia, la magia del fiume.
Come l’airone che impara a volare guardando continuamente il proprio riflesso sull’acqua, circondato e ammantato dalle nuvole…. Così la nave che è in realtà un galeone aereo, gonfio d’aria celeste…